Il termine smart city, spesso inflazionato, è oggi comunemente attribuito a grandi città che non sempre hanno stessi punti di vista, risorse e necessità della media dei Comuni Italiani. Ma il concetto di smart city, nella sua accezione più estesa, è espressione fondante dello sviluppo progressivo e necessario che tutti i Comuni, indipendentemente dalle proprie dimensioni, devono affrontare per poter creare valore per i propri cittadini.
Il progresso del settore ICT porta a una più puntuale risposta alle esigenze dei cittadini aumentando in prospettiva anche le aspettative, un’accelerazione favorita dal PNRR e che trova nel partenariato pubblico – privato l’indispensabile motore propulsivo del cambiamento.
La vera e propria rivoluzione intelligente però afferisce alle competenze umane, alla responsabilizzazione dei cittadini e alla consapevolezza diffusa, di cui le tecnologie smart sono un supporto e non un driver.
“Crediamo nello sviluppo di modelli organizzativi moderni in cui soluzioni interoperabili e un approccio data-driven strutturato garantiscono una gestione in sicurezza del ‘sistema’ città. L’esperienza e il valore umano devono essere la bussola verso la ‘città del valore’, modello evoluto di efficienza, sostenibilità, equità, inclusione e crescita economica, che restituisce una migliore qualità di vita”.
Nella città del valore il concetto di smart city viene superato nella sua accezione puramente tecnologica e di efficientamento, per raggiungere un ecosistema evoluto e valoriale che include, in una visione unitaria, obiettivi e piani di sviluppo per aree fondamentali tra cui, sicurezza urbana e cybersecurity, sanità e servizi sociali, gestione intelligente ed efficiente di energia e risorse, valorizzazione del patrimonio territoriale, creazione e consolidamento di comunità attive e una comunicazione bidirezionale con le Istituzioni.
“È necessario un cambio di paradigma che vada oltre la trasformazione digitale e che presuppone un investimento continuo sulla ‘cultura del valore’, affinché le soluzioni tecnologiche ICT rappresentino un mezzo, non un fine”.
La maturità che si richiede nelle sfide odierne necessita di una consapevolezza diffusa, una conoscenza capillare del territorio e delle diverse esigenze che lo caratterizzano; un elevato pragmatismo nella definizione e ridefinizione costante di attività che possano avvalersi dell’esperienza, dell’innovazione tecnologica, dell’analisi dei dati e di un confronto su scala internazionale per mettere a fattor comune soluzioni e risultati.
In questo senso la visione è già proiettata oltre la trasformazione digitale, oltre il PNRR e oltre una concezione di città avveniristiche, esplicitando il valore intrinseco ad ogni Comune nel concreto del suo territorio.
Angelo Bianchi
Diretto Operativo
Gruppo Maggioli
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Questo articolo è tratto da InformaticaMAG 4/23
Storie, idee e progetti di innovazione nella P.A.