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Gli effetti attesi dall’attuazione del PNRR nella Pubblica Amministrazione

La Pubblica Amministrazione Italiana ha scontato la presenza di alcune problematiche strutturali (eccesso di burocrazia e di norme, lentezza nei processi e nell’erogazione dei servizi, modelli organizzativi e di gestione delle risorse umane obsoleti) che per anni ne hanno pregiudicato la capacità di crescita. Come intervenire?

A lungo si è discusso della necessità di effettuare riforme volte a promuovere un cambiamento all’interno della PA ampio e su più livelli (una richiesta che anche la Commissione Europea, nelle sue Raccomandazioni annuali, fa da tempo al Paese), un percorso, tuttavia, che deve essere supportato dalla disponibilità ad effettuare investimenti adeguati ad affrontare una sfida di tale portata.

È in questo contesto che si inseriscono il Next Generation EU e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), strumento attraverso cui vengono individuati gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l’Italia intende realizzare grazie all’utilizzo dei fondi europei e che fa degli interventi all’interno della PA uno dei suoi principali pilastri.

Analizzando nel dettaglio le disposizioni previste dal PNRR per i Comuni si rileva come, tra le riforme proposte, si preveda la necessità di promuovere «un programma di investimento sulle persone, che mette al centro le competenze per ridisegnare il lavoro pubblico per il futuro» e che si articola in quattro punti chiave:

  • Riforma dei meccanismi di selezione del personale della PA;
  • Semplificazione delle procedure burocratiche;
  • Sviluppo di un capitale umano di eccellenza;
  • Digitalizzazione dei processi interni e dei servizi erogati dalla PA.

Tale percorso si sviluppa attraverso la realizzazione di alcune linee guida quali:

  • Investimento sul rafforzamento del personale pubblico, con l’introduzione di nuove risorse ad alta specializzazione,
  • Digitalizzazione delle procedure e facilitazione dell’accesso a cittadini e imprese, secondo il principio di fornire i dati “once only” anche grazie all’interoperabilità tra i dati delle amministrazioni e alla migrazione sul cloud dei dati delle PA centrali e locali, 
  • Rafforzamento delle competenze digitali di base dei cittadini.

Allo stato attuale la Pubblica Amministrazione italiana è pronta ad affrontare un cambiamento di così vasta portata?
Come si legge nel Piano, nell’ultimo decennio la PA italiana è stata caratterizzata da un basso tasso di turnover (1 assunto ogni 3 cessazioni nelle PA centrali e 1 assunto ogni 2 cessazioni in quelle locali) che ha causato una significativa riduzione del numero dei dipendenti pubblici e ha alzato l’età media del personale a 50,7 anni. Se, dunque, da un lato, il PNRR rappresenta un’occasione senza precedenti per realizzare un ambizioso progetto di riforma ed ammodernamento della PA, dall’altro lato bisogna comprendere quali strategie le diverse amministrazioni pubbliche intendono sviluppare per gestire al meglio le nuove opportunità, i benefici e le trasformazioni attese e, soprattutto, attraverso quali modalità si prevede di recepire e attuare le disposizioni del Piano, oltre che di monitorarne gli avanzamenti.

Per indagare questo fenomeno il Gruppo Maggioli e The Innovation Group hanno condotto, nel mese di giugno 2021, la survey “PNRR e Innovazione digitale nella PA” volta, in particolare, ad analizzare quattro aspetti:

  • Ripresa economica dell’Italia

• Valutazione dell’impatto della digitalizzazione PNRR nel settore pubblico;
• Evoluzione del percorso di digitalizzazione delle PA e ruolo del PNRR;
• Governance ed Execution del PNRR.
Il 61% del campione è ottimista sulle possibilità di recupero dell’economia italiana una volta rientrata l’emergenza contro il 19% che si dichiara pessimista. Si rileva, inoltre, una presenza di indecisi pari al 20%. Confrontando la posizione di chi lavora nelle organizzazioni pubbliche con quella delle aziende private è possibile notare, da parte di queste ultime, un maggiore ottimismo sulle possibilità di recupero dell’economia italiana: il 75% del campione aziende, infatti, si è dichiarato ottimista sulle possibilità di ripresa dell’economia italiana contro il 12% pessimista e il 13% di chi è indeciso. Nel complesso, dunque, il giudizio e la percezione sulle possibilità di ripresa dell’economia italiana e sulla sua ripartenza sono positivi i dati stanno dando ragione agli ottimisti. La crescita del PIL italiano si avvia verso il 6,1% nel 2021 ed al recupero dei livellipre-covid nella prima.

  • Valutazione dell’impatto del PNRR nel settore pubblico

Con riferimento ai principali benefici attesi dall’applicazione delle misure del Piano, il 50% del campione considera la possibilità di semplificare e sburocratizzare i processi, il 45% di avere a disposizione più fondi per promuovere l’innovazione digitale e il 40% l’opportunità di favorire il ricambio generazionale tra i dipendenti. L’introduzione di figure lavorative più giovani è prioritaria rispetto all’introduzione di nuove competenze (in relazione a cui si è espresso il 31% dei rispondenti), aspetto comunque correlato al tema del ricambio generazionale. Probabilmente il motivo per cui ad indicare l’introduzione di nuove competenze (come possibile beneficio delle misure previste dal Piano) è una percentuale minore, rispetto a chi considera prioritario il ricambio generazionale, è da ricondurre al fatto che si tratta di temi che rappresentano, praticamente, modalità differenti di considerare uno stesso fenomeno. Per tali ragioni si ritiene, dunque, che chi ha indicato la possibilità di promuovere il cambiamento generazionale grazie alle misure previste dal Piano vi abbia incluso anche l’opportunità di introdurre nuove competenze: infatti, eliminare il blocco del turnover che finora ha caratterizzato la Pubblica Amministrazione vuol dire anche favorire una più ampia ridefinizione delle competenze e promuovere l’ingresso di nuove professioni al suo interno.

  • Evoluzione del percorso di digitalizzazione delle PA e ruolo del PNRR

Si è molto discusso sulla forte accelerazione alla trasformazione digitale subita dalle amministrazioni pubbliche nell’ultimo anno, una necessaria reazione all’emergenza che si è manifestata sia all’interno delle organizzazioni (con l’esperimento forzato dello smart working che ha coinvolto la maggior parte dei dipendenti pubblici), sia nelle sue relazioni con l’esterno (rendendo fruibili molti servizi pubblici in maniera digitale). Tali attività hanno mostrato, da un lato, tutte le fragilità di un sistema basato su modalità di concepire il lavoro e il rapporto con i propri stakeholder ancora “tradizionali”, dall’altro, ha reso possibile il rapido superamento (seppur parziale) di alcuni ostacoli organizzativi, un processo che, in circostanze differenti, avrebbe richiesto tempi più lunghi.

Al riguardo, l’analisi mostra come il 44% del campione sia abbastanza soddisfatto del progresso tecnologico raggiunto dalla propria organizzazione nell’ultimo anno (confermando l’idea che, sebbene siano stati rilevati molti miglioramenti, la strada da percorrere sia ancora lunga) contro il 32% che si dichiara poco o per niente soddisfatto. Il 23% dei rispondenti, infine, è molto/moltissimo soddisfatto del livello di maturità digitale raggiunto dalla propria organizzazione nell’ultimo anno. L’atteggiamento positivo verso il ruolo che l’emergenza ha svolto nell’accelerare la trasformazione digitale all’interno delle organizzazioni viene confermato anche soffermando l’attenzione sugli effetti attesi, con l’introduzione del Piano, nel percorso di digitalizzazione della PA. Si consideri, infatti, che per il 51% del campione le disposizioni previste dal PNRR accelereranno abbastanza la trasformazione digitale della PA e che per il 31% provocheranno un’accelerazione significativa. Il 18% dei rispondenti si è espresso, invece, in maniera negativa, considerando l’impatto delle misure previste dal Piano sulla trasformazione digitale delle amministrazioni pubbliche basso o nullo.

Un’ulteriore conferma della percezione positiva circa la relazione tra il PNRR e l’accelerazione della digitalizzazione della PA si ottiene analizzando l’andamento atteso per il 2022 del budget IT all’interno delle organizzazioni che, secondo il 39% del campione, aumenterà per un valore compreso tra l’1% e oltre il 10% (contro il 2% dei rispondenti che ne prevedono una riduzione). Infine, il 28% del campione non prevede cambiamenti. 

  • Governance ed execution del PNRR2

Con riferimento alle modalità di attuazione e monitoraggio delle misure del Piano, il 54% del campione si ritiene abbastanza d’accordo con quanto previsto dal documento e il 18% molto o moltissimo d’accordo contro il 28% in disaccordo. Anche per quanto riguarda gli aspetti di governance ed execution, è stato chiesto agli intervistati se individuassero modalità ulteriori nell’attuazione e nel monitoraggio delle misure del PNRR, in aggiunta a quelle già presenti. Una parte dei rispondenti (il 16%) ha espresso proprie considerazioni sui limiti nelle attuali modalità di governance ed execution previste dal Piano.  Sono state così individuate alcune criticità: ad esempio, la necessità di maggior tempo per adeguarsi (considerato che molti dipendenti non dispongono di adeguate competenze digitali). La necessità poi di valutare con attenzione la presenza di risorse umane disponibili per l’attuazione di grandi riforme, tema in relazione a cui alcuni rispondenti hanno affermato che occorrono nuovi corsi di laurea triennale specifici per questo settore, oltre che «un forte cambio di mentalità». Tra gli altri aspetti mancanti all’interno del Piano, i rispondenti hanno indicato l’importanza di «individuare procedure aperte di consultazione, sia del pubblico che del privato, su progetti dettagliati e norme più semplici che comportino una maggiore responsabilità dei dirigenti» e di «trovare maggiori sinergie con le organizzazioni sindacali».

Infine, come in relazione all’impostazione generale del Piano, anche in riferimento alle modalità di governance ed execution si rileva la presenza di chi richiede «un maggiore controllo da parte di organismi indipendenti e non politicizzati» e un più forte coinvolgimento da parte delle Regioni e degli enti territoriali (considerata la loro vicinanza con il cittadino).

In virtù di quanto rilevato finora si può, dunque, affermare che l’atteggiamento dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche nei confronti delle misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è nel complesso positivo. In particolare, il Piano viene considerato soprattutto in relazione alla possibilità di semplificare e sburocratizzare i processi pubblici, realizzare un ampio percorso di innovazione digitale all’interno delle amministrazioni e promuovere il ricambio generazionale rendendo possibile l’introduzione delle nuove competenze e professioni da tempo richieste nel settore pubblico. Finora ad aver limitato la realizzazione dei cambiamenti di cui si sta discutendo sono stati diversi fattori riconducibili principalmente ad aspetti culturali e relativi al tema delle competenze: ad esempio, si consideri il principio “once only” secondo cui le pubbliche amministrazioni non devono chiedere al cittadino le stesse informazioni più di una volta, la cui applicazione a volte è stata ostacolata dala ritrosia da parte delle singole amministrazioni a condividere le proprie informazioni, un aspetto da ricondurre a problematiche culturali. Allo stesso modo una parte significativa dell’attività di semplificazione e revisione dei processi avviene attraverso la loro reingenerizzazione, un percorso che non può avvenire in mancanza di specifiche competenze tecnologiche e organizzative. Infine, per introdurre ed erogare servizi pubblici in formato digitale che consentano, da un lato, l’aumento dell’efficienza dei processi pubblici e, dall’altro, il miglioramento delle relazioni della PA con i suoi stakeholder, rendendola «alleata dei cittadini e delle imprese» (un tema ben espresso all’interno del Piano) sarà richiesta la necessaria presenza di specifiche figure professionali (data scientist, analyst, esperti di cybersecurity, ecc..) che permettano di estrarre valore dall’innumerevole quantità di informazioni di cui dispone la PA garantendo la sicurezza dei titolari dei dati. Si tratta, dunque, di un percorso lungo e articolato (per il 53% del campione attuare e recepire le misure del Piano sarà una sfida significativa) che richiede interventi trasversali e a più livelli, oltre che l’adozione di approcci del tutto differenti da quelli del passato.

  • Le Pubbliche Amministrazioni sono pronte?

Ciò che si rileva dall’analisi è una diffusa presa di coscienza dei limiti che finora hanno impattato le modalità di agire delle PA e, allo stesso tempo, una forte volontà di superarli. Tale posizione emerge sia in relazione alla percezione sulla capacità della PA di recepire i cambiamenti previsti dalla digitalizzazione PNRR (soltanto il 7% del campione la ritiene adeguatamente preparata) sia analizzando nel dettaglio l’opinione sul livello di maturità digitale della propria organizzazione (per il 49% del campione si potranno recepire i progetti digitali attesi ma sarà un percorso lento). 

30 dicembre 2021
Posted: 30/12/2021 11:40:30 by | with 0 comments

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