Le piattaforme digitali per la gestione dei contratti pubblici, in uso alle stazioni appaltanti, dovranno rispondere a determinati requisiti funzionali e tecnologici al fine di favorire l’interconnessione e l’interoperabilità dei dati tra le piattaforme di e-procurement esistenti e tra queste e gli organismi di vigilanza e controllo.
Il 26 ottobre 2021 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.M. 12.8.2021 n. 148 attuativo (parzialmente) dell’art. 44 del Codice dei Contratti pubblici (D.Lgs. 50/2016) in materia di digitalizzazione delle procedure.
Il decreto definisce i principi per la digitalizzazione dei processi di procurement delle Pubbliche Amministrazioni e indica le caratteristiche tecniche generali che dovranno avere i sistemi telematici per lo svolgimento delle attività connesse alle procedure di acquisto e di negoziazione dei contratti pubblici.
Il sistema consentirà agli operatori economici di compilare e presentare le offerte mediante interfaccia web o tramite applicativi predisposti per l’acquisizione dei documenti. Si svolgeranno online anche le attività istruttorie della commissione giudicatrice, l’apertura e la verifica della documentazione amministrativa, la valutazione delle offerte tecniche e delle offerte economiche, l’acquisizione del provvedimento di aggiudicazione. Il decreto pubblicato in Gazzetta prevede che l’accesso al sistema avvenga previa identificazione dell’utente tramite Spid.
Attraverso lo stesso sistema sarà possibile scambiarsi informazioni e inviare richieste di chiarimento. Un grande vantaggio sia per le Pubbliche Amministrazioni che per le imprese, in quanto gli appalti elettronici migliorano l’efficienza amministrativa complessiva, diminuiscono i costi di gestione delle procedure di gara, riducono la durata del ciclo dell’appalto e gli oneri amministrativi a carico delle imprese. Il DM 148/2021, all’art. 2, demanda alle Linee Guida che AGID adotterà ai sensi dell’art. 71 del CAD le regole tecniche per la definizione delle modalità di digitalizzazione di cui al comma 1.
Se da un lato è certo che l’Agenzia per l’Italia Digitale, con le sue specifiche competenze e professionalità, è il soggetto più indicato per elaborare queste regole, è altrettanto vero che senza di esse i contenuti tutti condivisibili in linea di principio del DM 148/2021 restano mero principio, tanto più che l’obbligo di adeguare i sistemi telematici delle stazioni appaltanti scatterà soltanto sei mesi dopo l’adozione delle Linee Guida, per l’elaborazione delle quali il decreto non prevede nessuna scadenza.
Queste tempistiche non fanno i conti col nuovo Codice Appalti che sta per affacciarsi all’orizzonte. In Parlamento è in discussione il disegno di legge delega sui contratti pubblici: dai criteri contenuti nella delega nascerà il nuovo Codice Appalti, che quasi sicuramente farà piazza pulita della miriade di decreti attuativi esistenti per tornare al regolamento unico.
Angelo Bianchi
Direttore Operativo - Gruppo Maggioli